Mistero napoletano (Omaggio a Ermanno Rea)
- nelsegnodicaballero
- 14 set 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Ermanno Rea
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Feltrinelli, 2014
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Pag. 398
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Anno prima pubblicazione: 1994 (Einaudi)
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Letto perché: consigliato da Adriana
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Quando: circa un anno fa
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Ci sono alcuni libri che non dovrebbero mancare nella libreria di un lettore italiano, specialmente se giovane e di sinistra. E se settentrionale, prima di parlare e sparlare del Sud e di Napoli in particolare. Se meridionale, per avere un quadro più completo di ciò che il dopoguerra ha rappresentato per il Sud e specialmente per Napoli. Insomma, Mistero napoletano è un romanzo-non romanzo da leggere assolutamente. Per tutti.
Qualcosa sarebbe stato differente per il Sud se a guidare il Partito Comunista napoletano di allora non fosse arrivato Giorgio Napolitano, giovane filo-americano la cui carriera fulminante conosciamo tutti. Questo si evince dalla lettura. Niente di personale, però, verso Napolitano. Lui rappresenta semplicemente il rinnovamento del partito a Napoli, la cui evoluzione viene descritta dall’interno da Rea, in maniera critica, chiara e crudele, senza pudori né timori reverenziali, anzi, sferrando un duro attacco alla classe dirigente dell’epoca, arroccata su posizioni staliniste imbarazzanti e allo stesso tempo accerchiata dall’ingombrante presenza americana in città. Una classe dirigente che ha lasciato in eredità una pletora di radical chic, politicanti di professione e pseudo-intellettuali, nient'altro. È in quegli anni, a mio parere, che il meridione viene condannato alla pena che oggi sconta. Un bivio, per Napoli, quel passaggio politico, da cui la città uscirà depredata del suo ruolo centrale all’interno del sistema Paese.
Mistero napoletano si muove dalla storia personale della cara amica Francesca Spada, giovane attivista del Pc locale, e dal mistero della sua morte. Attorno a questo Rea dipinge un quadro lucido e spietato non solo di un partito, ma di un’intera città, di un Paese, di una generazione – politica e non – che vede crollare velocemente sogni e illusioni. Rea, da grande scrittore, scava nella vita e nell’anima dei protagonisti, non resta in superficie. Ne approfondisce gli aspetti psicologici, le relazioni, i comportamenti, le scelte. È ciò che uno scrittore dovrebbe fare, sempre, a prescindere dal genere, dal tenore e dall’argomento dei suoi libri.
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